Esperienze RealiStoria della Mia Fivet

TRANSFER EMBRIONI – LA MIA FIVET Parte 6

Prima di entrare nel dettaglio dell’ultima fase della mia FIVET, voglio riportare uno schematico riassunto della terapia dal mio arrivo nella città della sirenetta, città delle biciclette, alias città di Copenaghen:

 

01/08 -> Ecografia di Monitoraggio.

02/08 -> 20:30 faccio un’ auto-iniezione di Ovitrelle 250mg, servirà per indurmi all’ovulazione 36h dopo. vedi QUI.

03/08 -> Giornata Libera 🙂 .

04/08 ->  08:00 prelievo ovuli col PICK-UP vedi QUI Iniziano le 48h di lunga attesa in cui gli ovociti vengono messi            in coltura col liquido spermatico del donatore in attesa di una eventuale fecondazione. vedi QUI.

05/08 -> Terapia POST PICK-UP:

Inizio a bere 2 litri 1/2 di acqua al giorno (per assicurarmi di bere la giusta quantita’ ho sempre preso 5 bottigliette piccole da 50ml l’una e cio’ mi ha aiutato veramente molto, amche mentalmente) raggiungendo i miei piccoli traguardi ad ogni bittiglietta finita.

Inizio a usare “Crinone” la crema vaginale al progesterone 2 volte al gg (mattino e sera).

06/08 -> prendo “una dose di Crinone” appena sveglia.

Faccio abbondante colazione lasciando vescica piena a meta’  (ovvero O_O ? Vuol dire fare “plin plin” appena sveglia e dopo mangiato non farne altra) lasciare un po’ di volume alla vescica durante l’operazione ne aiuta lo svolgimento.

[notify_box font_size=”13px” style=”yellow”]Voglio sempre ricordare che questa esperienza riporta un caso singolo e che ogni donna puo’ reagire in modo diverso alla terapia, che la stessa puo’ essere diversa per ogni donna in base alla prescrizione del ginecologo che vi seguira’ in tutto il corso della vs CORAGGIOSA AVVENTURA.  [/notify_box]

ED ECCOCI AL TANTO ATTESO MOMENTO!!!

Mi ritengo fortunata ad aver avuto proprio questa ginecologa, ad ogni incontro sempre rassicurante, professionale, e premurosa e così è stato anche durante la piccola operazione che prevedeva il “ritorno al nido degli ovuli fecondati”.

Di fronte al seguente quadretto:

  • ginecologa letteralmente tra le mie gambe
  • responsabile di ostetricia a seguito
  • “mia moglie di nome ma non di fatto” seduta al mio fianco

… INZIA L’INNESTO!

IL TRANSFER

Per prima cosa l’ostetrica mi mette il gel nell’addome per monitorare l’intera operazione attraverso lo schermo, quando io e Verte capiamo che “è il famoso gel freddo che vedi in TV quando le mamme con la prima ecografia sentono x la prima volta il battito del loro bambino” un brivido ci scorre lungo la schiena, le parole non servono…ce lo comunichiamo stringendoci la mano ancora piu’ forte…..OK sarà patetico … In fondo serviva solo per vedere la cannula entrare nel mio utero per depositarvi gli embrioni, ma per noi l’emozione non aveva limiti 🙂

Avevamo detto 2 giorni prima che 2 è il n° di ovuli che abbiamo deciso di introdurre, per cui mentre noi siamo in sala operatoria, la biologa è nella sala accanto al microscopio che si prende cura dei miei ovulini, pronta ad intervenire sotto indicazione della ginecologa.

Ed ecco che incominciamo con lo speculum illuminato, mi avevano informato che l’operazione era similare ad una IUI, quindi indolore e breve, ma io come al solito (sarò sfigata o troppo sensibile e pure delicata, non lo so…) ho sentito ben piu’ che “il piccolo fastidio tipico di una IUI”.

A parte che questa volta più che uno speculum mi sembrava di avere dentro un DIVARICATORE, inoltre non sono previste iniezioni o alcun tipo di sedativo in questa fase, ma il vero problema è che, nel momento in cui la ginecologa cerca di penetrare la mia cervice con il lungo e sottile catetere, il mio utero in quel momento riportava una curvatura vs l’alto dovuto al gonfiore delle ovaie (ancora piene dei rimanenti follicoli reduci dalla stimolazione ormonale! che cavolo, poco dopo scopiremo essere ben 5 per parte! ) assumendo un profilo che impediva totalmente l’inserimento del catetere.

Dopo qualche minuto di “movimentazioni e tentativi vari” (accompagnati inevitabilmente da ben poco sopportabili fastidi) la ginecologa mi spiega così l’accaduto e la soluzione del caso:

“Ora devo utilizzare uno strumento per andare a “raddrizzare” il tuo utero e mantenerlo così dritto per tutta la durata del trasferimento, momento in cui introdurremo gli embrioni

“OK, sono pronta!”

O per lo meno mi tengono sempre informata passo a passo su quello che mi faranno! … (Questo è quello che mi dico).

Solo un piccolo particolare:

“Sentirai un pò di male …”

Peccato che ogni volta che me lo son sentita dire, ho patito le pene dell’inferno (lo so , son un pò plateale nell’esporre…ehehehe) quindi

CON UN SORRISO

mi preparo AL PEGGIO…

Quando lo strumento che utilizza per raddrizzare il mio utero, che in quel momento aveva pensato bene di “farsi un giro” , entra attraverso il foro dello speculum, il male è sopportabile…ma non immaginavo che sarebbe stato in quella posizione per i successivi 10 min (aggiungiamoci anche che in quel momento a me sembrava un’eternità!).

Fatto sta che “appena raddrizzata la situazione” è giunto il momento di inserire il famoso catetere, ed arrivare a vedere dal monitor che fosse correttamente posizionata al centro dell’utero.

Beh, in quest’ultimo anno, avendo visualizzato varie ecografie su schermo, mi rendo conto che riesco a distinguere anche l’endometrio, l’utero, i follicoli da quelle strane immagini ad inbuto in bianco e nero :) .

Il momento fatidico….FI-NAL-MEN-TE tutto il percorso è libero, ora mancano solo “i passeggeri”!

Ecco che la ginecologa lancia il segnale alla biologa, la quale corre a preparare la sottile cannula che conterrà  i miei 2 embrioni, aspirati insieme a una piccola quantità di liquido di coltura.

A questo punto la biologa dovrebbe arrivare con sorriso rassicurante stampato in faccia in un batter d’occhio, e porgere delicatamente il tutto alla ginecologa che non aspettava altro e abbreviare il piu’ possibile i fastidiosi dolori a cui era sottoposta la paziente del momento che il quel momento è tutto fuorchè paziente…..

Invece dopo 3 infiniti minuti il silenzio dell’attesa  viene interrotto dalla ginecologa:

“Le uova…dove sono queste uova?”

The Author

Gine

Gine

Gine è la Fondatrice di Liberamente Mamma. Da oltre 10 anni condivide con chi la segue la propria esperienza pratica sulla Fecondazione Assistita Eterologa in modo semplice e concreto.
E' anche autrice degli ebook "La Bibbia dell'Ovulazione" ed "Eterologa Senza Errori" e Fondatrice e Amministratrice del Forum Lesbico Italiano "Liberamente Lesbica" dal lontano 2006.
Adora i gatti, le ciliegie e The Walking Dead

4 Comments

  1. […] parte di questo percorso (la potete trovare qui) mi vedeva sdraiata sul lettino operatorio circondata da continui tentativi di rassicurazioni da […]

  2. […] la delusione dal Transfer Embrioni del mio ultimo tentativo di Fivet che come puoi immaginare, non ha avuto esito positivo, il percorso per rimettere assieme i pezzi […]

  3. cris
    25/09/2013 at 13:24 — Rispondi

    ciao… mamma bis di icsi anch’io, mi commuovo sempre a leggere le storie a lieto fine
    però.. perchè hai scritto FECONDAZIONE ARTIFICIALE e non ASSISTITA? mi fa sempre un po’ rabbrividire questo termine…

    • 23/10/2013 at 03:05

      ciao cris, e complimenti per il “bis” 🙂 , a dir la verità è semplicemente per variare il termine dato che quasi dappertutto parlo di fecondazione ASSISTITA… non ti nascondo che anche io penso sia più piacevole chiamarla in questo modo 😀

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