Transfer Embrioni congelati…arriva il fatidico giorno! – TRANSFER Parte 4
Transfer Embrioni congelati… ed ecco arrivare la fatidica mattina!
Avere rimandato la data di 3 giorni (da sabato a lunedì mattina) alla fine non è stato male perchè ci ha permesso di arrivare a Copenaghen il venerdì sera e ci ha dato la possibilità di rivivere 2 giorni nella riscoperta della serenità e della calma.
Abbiamo passato, così, un paio di giorni all’insegna della leggerezza, del più puro “cazzeggio” e soprattutto di una breve parentesi da turiste che ci ha fatti dimenticare di essere lì come pazienti di una clinica di fertilità!
Tra preghiere, visite alle cattedrali, salmone e pane alla segale spalmato con quintali di burro fuso salato… ci siamo letteralmente abbuffate, il mio unico pensiero era il cibo 🙂 anche perchè sapevo che di lì a poco avrei pensato tutt’altro che a svagarmi per cui, da una parte, avrei voluto che il giorno del Transfer non arrivasse mai, dall’altra non vedevo l’ora…
Quindi abbondante colazione… e via verso la clinica, via vs il Transfer embrioni congelati a riprenderci i ns “piccoli polaretti”!
Stavolta, nonostante l’albergo fosse non lontanissimo dalla clinica (c.ca 10 min a piedi) abbiamo preso il taxi, sia all’andata che al ritorno…
Dany non mi avrebbe mai permesso di farmi una sfacchinata a piedi come fu per lo scorso tentativo.
Suono, spero per l’ultima volta, all’odiato/amato campanello dorato…
Quella mattina mi ero recata all’appuntamento con la vescica mezza piena (ovvero dopo colazione non ero tornata in bagno) questo piccolo accorgimento facilita le operazioni di transfer embrioni e aiuta il personale medico a raggiungere meglio l’utero per cui ad avere maggiori probabilità di buona riuscita.
E avevo assunto:
1 pastiglia di Progynova e 1 dose di Crinone, come la clinica mi aveva indicato nel mio protocollo ormonale.
L’appuntamento è fissato per le 9:30, noi arriviamo in anticipo di 15 min e ci fanno accomodare in sala d’attesa, per 40 min buoni… miracolosamente stavolta devo aspettare più del solito per cui l’ansia e l’attesa sale… sale… sale…
Non troviamo nemmeno il libro degli ospiti, su cui l’anno scorso, avevamo lasciato i ns contatti e grazie al quale, altre donne italiane si sono messe poi in contatto con noi… stavolta il cervello è in tilt… l’emozione e l’agitazione peggio della prima volta!
Finalmente la dott.ssa ci invita a seguirla, e ci rechiamo nello stessa saletta dove l’anno scorso feci il mio 5° tentativo di fecondazione assistita (La mia Prima Fivet).
Appena entrate, la dottoressa ci informa subito della ns paura più grande: l’esito dell’operazione di scongelamento dei 2 embrioni E, a dir la verità, ce lo comunica con una freddezza e un’insensibilità vergognose:
“Ecco, dobbiamo dirvi riguardo alle 2 uova fecondate che abbiamo scongelato ieri:
Una non ce l’ha fatta… ha smesso di dividersi… mentre l’altra è sopravvissuta e anzi da 4 cellule si è portata oggi a 7 cellule per cui è un ottimo segno e sta crescendo nettamente!
Ecco, l’ho schematizzato in questo foglio come puoi vedere…un embrione lo hai perso ce n’è rimasto 1…ok? E ora prego, puoi spogliarti lì dietro!”
Cosaaa? Comeeee? E ce lo dici così?
Io cerco di accennare un sorriso, mentre trattengo le lacrime, ma mi dico che devo essere forte per affrontare l’operazione del Transfer con la maggior tranquillità possibile, per cui cerco di farmi forza e lotto con le mille emozioni che m’invadono in quel momento…
Dany, la mia compagna piange in silenzio e si siede nella sedia a fianco al lettino operatorio pronta per tenermi la mano.
L’ho sempre detto: certe strutture DEVONO avere una figura di supporto psicologico che faccia da tramite col paziente, e che abbia la capacità di prepararti all’accaduto… ma noi dobbiamo avere sempre le spalle più grosse degli altri… 🙁
Comunque anche se era rimasto un solo embrione su 2, noi avevamo fatto tutti quei km per lui…avremmo ribaltato il mondo per quell’unica speranza. Ed io ero pronta per accoglierlo e farlo tornare a me…
L’operazione di Transfer embrioni congelati è durata c.a 20 min in tutto, ovviamente non poteva filare tutto liscio, la dott.ssa mi ha “manipolato” più del previsto perchè il mio utero non voleva saperne di raddrizzarsi, per cui mi ha introdotto le “temibili” pinze ad uncino, un’attrezzatura apposta che lo aiutasse a drizzarsi e che le permetteva così di inserire la cannula (che avrebbe depositato il mio ovetto) perfettamente vicino al fondo dell’utero… garantendo una maggior probabilità di successo del tutto.
Dopo questi brevi minuti di dolore eccola pronunciare al biologo da laboratorio la fatidica frase a noi familiare:
“Puoi portare l’uovo!”
Potevamo seguire tutta l’ECOTV (ecografia) dallo schermo e intravedere il la cannula dentro l’utero che avrebbe inserito l’embrione! Ecco arrivare il l’embriologo col sottile catetere che conteneva l’embrione, pronto per inserirlo nella cannula… a questo punto la dott.ssa mi prepara dicendomi:
“Potrai vedere il momento esatto quando lo inietterò perchè sembrerà come un fascio di luce, qui, proprio in questo punto… “
Allora io chiudo gli occhi, stringo con più forza la mano della mia compagna, (che avevo appena finito di stritolare per trattenere il male di prima 🙂 ) e dico una preghiera, con tutti i pezzi del cuore che mi erano rimasti dai precedenti tentativi falliti.
E quando è il momento li riapro perchè non voglio perdermelo… ed eccola lì…
la luce… quella specie di fascio di luce… è entrato dentro di me…
Anzi, è tornato dentro di me…
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